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Pubblicato da: vinodabere.it

In questo periodo di pandemia abbiamo dovuto di necessità sospendere le visite in cantina. Ma questo non ci ha impedito di degustare i vini inviati da Casa Grazia, che ha voluto far provare alla nostra testata giornalistica l’ultima annata dei vini ottenuti da vitigni autoctoni siciliani (Frappato e Moscato). I vigneti si trovano nel versante sud occidentale della Sicilia, a Gela (CL). Qui l’azienda ha circa duecento ettari, con coltivazioni non solo di alcune varietà di uva (Frappato, Moscato, Grillo, Syrah, Cabernet Sauvignon, Nero d’Avola), ma anche di oliveti e frutteti.

Maria Grazia Di Francesco e Angelo Brunetti, hanno continuato quanto iniziato dalla famiglia Brunetti – Di Francesco ad inizi del 1900, proseguendo e raccogliendo i risultati desiderati, riuscendo a conseguire premi al Concorso Mondiale di Bruxelles e ad altre manifestazioni e concorsi. La zona in cui sono situate le vigne aggiunge quel quid in più, essendo un punto di unione fra il clima ed il terroir sud europeo e quello nord africano, donando alle uve il calore ed allo stesso tempo la freschezza sia del mare (appena un chilometro e mezzo di distanza) ed a sua volta del lago Biviere che induce ad avere un micro clima unico, per la posizione geografica in cui si trovano. I quaranta ettari vitati godono dei benefici di un terreno calcareo, dove i sesti d’impianto vanno dai 4000 ai 5000 ceppi per ettaro (a seconda del tipo di vitgno) ed il tipo di coltivazione è quello a spalliera. La maestria di Tonino Guzzo fa sì che i vini ottenuti siano di grande piacevolezza e di eleganza, spaziando dai vini fermi alle bollicine, dai bianchi, ai rosati e ai rossi.

I vini degustati sono stati un Frappato, un vino spumante (ottenuto con metodo Charmat da uva Frappato) ed un Moscato, due vitigni autoctoni della zona (che rientra nella D. O. C. G. Cerasuolo di Vittoria), che riescono a fornire personalità, piacevolezza ed eleganza. Il Frappato con la sua grande duttilità dà ampia dimostrazione di come possa essere utilizzato per ottenere vini fermi e non, per essere abbinato con tantissime pietanze (anche a base di pesce) e che soprattutto nel periodo estivo, anche come vino rosso possa dire la sua. Il Moscato dimostra la sua polivalenza di come possa essere un vino da antipasto, oppure da accompagnamento ad una molteplicità di piatti della cucina siciliana e non.

Laetitya 2019 – Frappato D. O. P.

Profumi fruttati (fragola tagliata in primis e lievi accenni di arancia), ricordi floreali ed una lieve nota iodata. Un Frappato di buona struttura e con una spalla acida fervida, ma per nulla agressiva e/o stancante. Lieve scia salina nel finale dell’assaggio. Buona la persistenza. Alla fine riesce ad avere un buon equilibrio ed assaggiandolo alla cieca, si può avere la sensazione di degustare un Pinot Noir giovane.

Euphorya – Vino Spumante Rosato brut (ottenuto da uva Frappato)

Le sensazioni fruttate (in particolar modo la fragola) la fanno da padrone, poi affiorano i sentori di confetto ed una tenue nota di cera lacca (con il passare dei minuti si percepisce anche il sacco di juta). Al sorso è rotondo ed appagante con una buona acidità. Persistenza discreta. Questo metodo Charmat che svolge una fermentazione di quindici giorni, riesce ad essere ben equilibrato con buon bilanciamento fra freschezza e polposità di beva.

Adorè 2019 – Moscato D. O. P.

Il bouquet è essenzialmente composto da profumi di frutta (pesca gialla e cantalupo), accompagnati da sentori floreali (ginestra in primis). La sorpresa di questo vino sta all’assaggio, con una freschezza che lo rende lungo e con una corrispondenza gusto – olfattiva più che buona. Con il passare dei minuti il suo corredo aromatico si arricchisce con note di eucalipto. Beva piacevole e per nulla stancante.