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Pubblicato da: siciliadagustare.com

Il tempo sembra essere sospeso tra le vigne di Casa Grazia. Attesa… Pazienza… Silenzio… Ogni attimo sembra avere il peso di un secolo. Ogni gesto, prima di compiersi, sembra attendere l’approvazione della natura, che qui è viva, è vita, ma pacata, e lo dichiara già dal terreno morbido, argilloso!

Una dichiarazione d’amore che arriva non solo con il paesaggio, 60 ettari di vigneti cullati dalla Riserva naturale orientata Biviere di Gela, area protetta tra le più intriganti della Sicilia. La dichiarazione arriva soprattutto dal frutto di tanta attesa: vini che raccontano eleganza e sostanza, leggiadria e potenza. Come i granelli di sabbia di una clessidra, leggeri prima, poi sempre più intensi e decisi.

In questo angolo di mondo mediterraneo Maria Grazia Di Francesco controlla ogni giorno con amorevole cura come crescono le sue uve, quali storie la terra racconta alle sue foglie, come le mani sapienti dei suoi vignaioli, “artigiani di campagna”, raccolgono i grappoli in vendemmia. Il risultato sono i figli di questa terra: i vini Adorè, Zahara, Laetitya, Victorya, Gradiva, Emiryam, Vi Veri, Euphorya…

Noi di Sicilia da Gustare abbiamo potuto salutare l’arrivo dell’estate con l’eleganza e la forza delle prime tre etichette. Casa Grazia porta appunto la grazia nel nome, in questo gioco filologico che diventa enologico. “Zahara”“Laetitya”“Adore’” ci hanno sussurrato i loro nomi, prima timidamente, prendendo possesso dei calici… poi, imponendosi con carattere.

La cantina ha portato il sapiente lavoro dei vignaioli in questa parte di Sicilia già negli anni Ottanta e oggi è tra le più apprezzate nella produzione di vini, in particolare da vitigni autoctoni. Il lago Biviere di Gela, il respiro salmastro portato dal mare, le dune, il terreno morbido… ed ancora, la diraspapigiatura, la pressatura soffice, la decantazione statica del mosto, fanno il resto…

Il grillo “Zahara” D.o.p. 2019 incontra l’acciaio nella sua fermentazione e nell’affinamento, prima del definitivo affinamento in bottiglia per due mesi. Il processo ne forgia la struttura, mentre tutta la degustazione è accompagnata da una sapidità decisa. Il richiamo agli agrumi e al gelsomino ci lasciano intendere che il vino sa da dove viene, dove è nato e cosa debba trasmettere a chi lo degusta. Lo confessiamo: lo abbiamo usato spartanamente, come fresco e gradevole aperitivo, a ricordare le vigne assolate e i mesi estivi della nostra isola. Ma può elegantemente essere il compagno di sapori con piatti di pesce e antipasti decisi.

Il moscato bianco “Adore’” è anch’esso D.o.p. 2019 e nasce in contrada Passo di Piazza, più a nord. Ma il punto cardinale non deve tradire. Questo vino è ancor più meridionale dei suoi fratelli. Quindici giorni di fermentazione, affinamento in acciaio, 4 mesi sui lieviti e 2 mesi di affinamento in bottiglia, per regalare non più di 13 gradi di 100% moscato che viaggia leggero, come i sentieri da cui nasce, sciolti, sabbiosi… L’etichetta da noi degustata era perfettamente equilibrata, raffinata al naso, mai stanca al palato, mai stucchevole, sempre pronta a raccontare emozioni nuove. Agrumi, anche qui, ma anche zenzero. Il fatto che abbia accompagnato un piatto di cous-cous di pesce non deve ingannare: può, infatti, essere bevuto fino in fondo, dall’alba al tramonto di una tavola imbandita.

Chi non vorrebbe “Laetitya” nella propria vita? Questo 100% frappato D.o.p. 2019 ha il rosso intenso, vivo di una corrida non ancora consumata. È arrivato al naso ancor prima di avvicinarlo, non appena ha toccato il calice. Distraeva, quasi, l’esame visivo, che ha rivelato paesaggi africani al tramonto. La dolcezza dei sentori di frutti rossi freschi non deve far pensare a un vino solo all’apparenza intenso, tutt’altro! E il palato lo ha confermato, con una persistenza armoniosa, sempre gradevole. Certo, il vino è ancora giovane, può sposarsi con ricette siciliane non troppo elaborate, preannunciando altri vini di Casa Grazia più antichi e nobili, con più anni trascorsi in cantina. La fresca “Laetitya” crescerà certamente, ascolterà altri racconti del suo terroir, formerà ancor di più il suo carattere e sarà un’altra “Grazia” in vigna in questo angolo di Sicilia e, infine, nei nostri calici…

A firma di: Antonio Iacona